Sant’Elia: 27 settembre, 2009
Una domenica di pace e di bene
di Tarcisio Arnesano


Un dolce pomeriggio  di inizio autunno

E’ stata una domenica davvero speciale quella del 27 settembre 2009. In un dolce pomeriggio  di inizio autunno convocati, più che invitati, da Padre Francesco Monticchio, ci siamo ritrovati in tanti sulla serra di Sant’Elia, nel suggestivo scenario dell’ex Convento cinquecentesco dei Cappuccini, circondato da imponenti alberi secolari, per ricordare la figura di fra’ Giovanni Battista da Campie, il fratello laico cappuccino morto nel 1655 in concetto di santità.



L’ex Convento cinquecentesco dei Cappuccini, circondato da imponenti alberi secolari


Le tre comunità cittadine di Campi, Trepuzzi e Squinzano, che tanto merito hanno avuto ed hanno nel recupero, ancora in corso, dell’intero complesso, erano rappresentate dai sindaci, Giovanni Palasciano, Mimino Valzano e Giovanni Marra, che hanno ribadito l’impegno delle rispettive amministrazioni a continuare nell’opera di restauro e valorizzazione dell’intera area.



    Il sindaco di Squinzano Giovanni Marra: “continuare nell’opera di restauro
e valorizzazione dell’intera area”.

 Essa, non solo per motivi geografici ma soprattutto perchè simbolo delle comuni radici religiose, storiche e culturali, è stata definita a buon diritto “Icona del Nord Salento”.



           Il sindaco di Trepuzzi, Cosimo Valzano: “S. Elia, Icona del Nord Salento, simbolo
                                  delle nostre radici religiose, storiche e culturali”

La manifestazione è stata aperta da Leopoldo Poso, che ha presentato la mostra monotematica dei quadri di Cosimo Monticchio.



La manifestazione è stata aperta da Leopoldo Poso

Pittore che, nell’arco di più di cinquant’anni, ha riproposto ed interpretato il paesaggio di Sant’Elia in molte sue tele, dalla prima opera, datata 1950, all’ultima, incompiuta, alla quale egli ancora lavorava al momento della sua scomparsa. I dipinti, provenienti tutti da collezioni private, documentano il cammino di inconfondibile maturazione artistica del pittore-contadino e sono testimonianza del fascino che anche in lui Sant’Elia ha sempre suscitato.



L’irresistibile fascino del colle di S. Elia sul pittore-contadino

Successivamente i tecnici responsabili, con una visita guidata attraverso i locali già agibili dell’ex Convento, hanno illustrato le fasi  del recupero dell’ imponente complesso.
Infine, dopo gli interventi dei tre sindaci e del Parroco Don Gerardo Ippolito, si è entrati nel vivo del programma, con la rievocazione della singolare figura del fraticello cappuccino che ha già conquistato il cuore di tutti.



La singolare figura del fraticello cappuccino ha già conquistato il cuore di tutti

Era ormai il tramonto quando è iniziata la lettura della biografia di fra’ Giovambattista, attraverso un documento dell’epoca ritrovato e fedelmente trascritto, a cura di Rosa Anna Savoia.



Enzo Marangone presenta i lettori della biografia del “servo del Signore”

Il testo, proposto da quattro lettori, con il suo linguaggio semplice, immediato, sullo stile dei Fioretti francescani, è stato ascoltato in silenzio e con attenta partecipazione.

 



Tarcisio legge il testo dal sapore di Fioretti francescani

 Le musiche dei fratelli Del Prete, che si sono alternate alla lettura, hanno creato un’atmosfera magica e assorta.


Enzo presenta i maestri Del Prete che hanno creato un’atmosfera magica e assorta

L’amenità del luogo, la natura, l’austera costruzione, la storia civile, religiosa e plurisecolare di questa località, più volte ricordate, hanno affascinato tutti.


Un’opportunità offerta da Padre Francesco

L’opportunità offerta da Padre Francesco, con il suo entusiasmo e la sua carica contagiosa e coinvolgente, è stata colta da tutti e suggerisce qualche riflessione.


Partecipazione, ascolto, silenzio

Trascorrere in tanti un pomeriggio domenicale in un modo ormai inusuale, accomunati da valori, di cui molti sentono l’affievolirsi, è stata la consolante conferma che quando si propongono fatti culturali autentici, che coinvolgono lo spirito e toccano le corde più sensibili dell’animo, si va nella giusta direzione, che è quella di riappropriarsi e trasmettere una cultura impregnata di valori umani e cristiani.


Un pomeriggio vissuto in modo ormai inusuale tocca le corde più sensibili dell’animo
E’ stato un modo concreto di essere veri operatori di pace. Infatti ritornare alle proprie radici, sia religiose che civili, che per i nostri antenati coincidevano, ammirare e parlare di arte, di architettura, di patrimonio che i nostri artisti ed avi ci hanno consegnato, leggere esempi ed episodi di vita vissuta nella carità e nella solidarietà verso il prossimo più bisognoso, vuol dire dare il proprio contributo alla costruzione della pace, che non è tanto frutto di convenzioni o di accordi internazionali, ma del ritrovarsi intorno a ciò che ha unito i nostri padri e che unisce ancora noi, per riproporlo al mondo.


L’amenità del luogo, la natura, l’austera costruzione hanno affascinato tutti

Si auspica comunque che anche le giovani generazioni, spesso vittime della noia e del vuoto di valori, siano maggiormente coinvolte in queste esperienze, che danno un senso alla vita e la arricchiscono, facendo recuperare l’identità storica, su cui si costruisce il futuro di tutti noi, uomini e di cittadini del terzo millennio.